Sotto lo volto di donna
tra li tanti ferma arazzi leonini
dove lo braccio della sabina
della città copre lo antico segno
dove allo possente biancone
par che garba la prigione
e persino lo vicin marzocco
scompare in lontananza
tal che par lo micio suo.
Sovente, sulla colonna allo greco leone
un piccione
sulla testa del leoncino esterno
ad osservar la copia in basso
quello più minuto e meno alato
eppur più noto e assai amato.
Difronte
lo corridoio
oh, come vorrei anch’io una salva via!
Ovunque questo posto sia
o forse
vi son già arrivato
tant’è che un folle giramondo
entrando trafelato
e ivi la gente contando
mi saltò
come se quel colpo d’archibugio
fra le bianche vene
sullo muro alle mie spalle
lo collo mio sul serio trapassò
e lo corpo
parea già pietrificato
seduto
sullo gradino amato.
Angelo
(14-Luglio-2013)