Le meteore del limbo

I piedi nudi
quasi a voler sentirne le vibrazioni,
ma dalle fredde pietre
le candide voci soffuse
sembran sopite.
Cuccioli che non videro
lo mondo nostro
lo cui bagliore in cielo
si spense
meteore sospese
che non s’immersero nell’acqua
per mano di colui
che di cavallette e miele selvatico
sostenne lo corpo
nello deserto.
Punite per aver brillato
solo in cielo
senza aver portato in terra
lo dono della luce loro
e così viltà umana immerse
nello fango della dimenticanza.
Dopo secoli ancor soli
in quella minuta piazza
dove persino la magna casa
dell’alme vostre
par persa e desolata
e delle tre porte
non ne lasciò aperta alcuna,
non abbiano le pietre
a tirar l’umido
e lo foco venir meno!
Lo sospiro dell’Arno
giunge dallo chiasso,
ma con un malsano senso
di marcio
disgustato anch’esso dallo limbo
eppur refrigerio
per colui
che siede sulli gradini
con li nudi piedi
sulle fredde verdi pietre
quasi a voler cercare un contatto
concederne una carezza,
infondere calore
sopra quelle fredde verdi pietre
che alla luce furon poco esposte
tanto che uno verde manto
dalla lontana porta in angolo
sembra voler ricoprire
la piazza intera.
Un verde manto
disteso
da un passerotto saltellante
sulle fredde verdi pietre
là dove la vita affiora
e poi vola via.
Un verde manto
sotto cui giocare
per sempre.

Angelo
(04-Agosto-2013)
(10-Marzo-2019)

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