Labbra che si muovono
lentamente
nessun suono
nessuna parola mimata
che possa dar forma al disagio
allo sgomento
solo movimenti scomposti
silenziose grida d’aiuto.
L’aria sbarazzina
lo leggiadro corto prendisole
nero con piccoli pois bianchi
lo pallido esile corpo
come se la vita intera fosse stata celata
agli avidi sguardi dello mondo.
La nivura liscia chioma
lunga e profonda
come un abisso nel quale nascondersi.
Lo muto sorriso,
come un lampo dirompente
a spezzar lo gelo
della sua contemplazione
poi lo fragore dello core in frantumi.
Le sottili labbra
appena accennate
e d’un rosa strappato
come solo li baci possono dipingere
dopo aver cercato invano
di saziarsene.
La or lieta oscurità
mai sarà abbastanza profonda
da evocare lo dolce ricordo
della sua nivura chioma.