Ancora uno

Non ce la faccio più
poi un altro giorno
e non capisco come possa
averne sopportato ancora uno.
Una passeggiata in punta di piedi
sulle piccole note tremolanti
d’un’apparente timido pettirosso
che gioca a nascondino
col sole nei miei occhi
pronto a difendere il suo cespuglio
lui che non vive nei rovi.
Con quei grandi occhi
annuncia l’arrivo
d’un altro giorno.
Il sorriso
per averne avuto
ancora uno.

Angelo
(18-Febbraio-2020)

Torna all’Home

Desideri

Non è tanto ciò che si ha
quanto quello che si desidera
che ci fa essere ciò che siamo.
I desideri sono battiti
del cuore come ali
fanno sognare
fanno volare
verso un fiore
come un colibrì
dal lungo becco
e il rifrullo d’ali
o come un falco
tenace e paziente
che stende le ali
nel respiro della terra
e osserva da lontano
eppur capace
di trovar qualcosa
di piccolo
e prezioso
che altri non vedrebbero.
Che siate falchi o colibrì
che abbiate tanti
piccoli
desideri
o pochi
grandiosi
quel battito d’ali
è il ritmo della vita,
talvolta ci conduce a un fiore
che seppur piccolo sembra grandioso,
talvolta ci porta lontano
talmente in alto
da esser soli
dove i più vedrebbero solo la terra
senza trovarvi niente di prezioso.

Angelo
(31-Dicembre-2019)

Torna all’Home

Tempesta

Punte di mano
sfiorano
scappano
dal brivido
rincorse
come nuvole dal vento
raggiunte
quando ormai ferme
afferrano con mano piena
stringono
strizzano
incredule
quella nivura nube
racchiusa tra mani
carica d’emozioni
da voler solo alleggerire
se stessa
lasciandosi andare
scatenando la tempesta
annunciata da quei battiti
resi sempre più forti
e da mani come lampi
che danno luce e forma
esplorano e avvolgono
in quel tenero abbraccio
tempesta d’amore.

Angelo
(13-Aprile-2019)

Torna all’Home

Mano nella mano

La mia mano destra
intrecciata alla tua sinistra,
la mia mano sinistra
intrecciata alla tua destra,
i miei occhi
che ti sfiorano
e anticipano
naso, bocca
baci,
l’odore di te
dentro di me
l’odore di me
dentro di te
la distanza tra noi
voluta
alternata
solo per guardarti.

Angelo
(22-Marzo-2019)

Torna all’Home

Vi svelo un segreto

L’immagine che accompagna la poesia “Disgiunti” è un mio quadro, uno dei pochi che ho fatto, l’unico che è rimasto ancora con me. Gli altri… non sono stati venduti, non credo avrei mai potuto, diciamo sono andati a vivere da soli. Quando eseguivo un quadro dovevo realizzarlo nell’impeto emotivo di quella ispirazione, nel più breve tempo possibile, senza sospensioni o interruzioni forzate. Non sarei mai riuscito a fare un quadro dedicandogli solo una porzione del giorno, in una fascia oraria ben precisa, avrei soffocato il suo spirito, la sua essenza, trasformando una passione, una ragion di vita, in un hobby.

Il problema era che questa ispirazione emotiva arrivava da me di notte, quando tutti dormivano,  sì, dipingevo di notte. Espimere la propria passione in questo modo non si conciliava con una vita lavorativa “normale”, senza parlare del fatto che richiede tempo, spazio, attrezzatura adeguata.

Tanti anni fa mi sono quindi trovato a un bivio fra continuare a dipingere di notte fino alla follia o smettere per sempre. Indovinate come è finita? Ho smesso e sono impazzito lo stesso. blog_poesamor

Nella poesia ho scoperto la possibilità di catturare un’emozione in qualsiasi luogo, la libertà di poter girare con un pezzettino di carta e una penna in tasca, la libertà di accostare parole nella mia testa senza che nessuno se ne accorga. Nella poesia ho trovato la possibilità d’afferrare quell’emozione nello stesso istante in cui nasce e un modo per cercare di trascriverla prima che svanisca.

Un abbraccio
Angelo

P.S.:
Diciamoci la verità, non sarei mai stato un pittore eccelso! blog_poesamor

Disgiunti

Torna all’Home

La nivura chioma

L’aria sbarazzina
lo leggiadro corto prendisole
nero con piccoli pois bianchi
lo pallido esile corpo
come se la vita intera fosse stata celata
agli avidi sguardi dello mondo.
La nivura liscia chioma
lunga e profonda
come un abisso nel quale nascondersi.
Lo muto sorriso,
come un lampo dirompente
a spezzar lo gelo
della sua contemplazione
poi lo fragore dello core in frantumi.
Le sottili labbra
appena accennate
e d’un rosa strappato
come solo li baci possono dipingere
dopo aver cercato invano
di saziarsene.
La or lieta oscurità
mai sarà abbastanza profonda
da evocare lo dolce ricordo
della sua nivura chioma.

Angelo
(16-Luglio-2013)

Torna all’Home